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mercoledì 27 marzo 2013


 IL LEONE, IL RE DELLA FORESTA
In una foresta, vivevano molti animali ma in particolare un cervo, una volpe e il loro re : il leone.
Il leone era molto molto malato per questo non poteva cercare prede , cosi tutti nella foresta erano felici. Un giorno una volpe andò dal leone e gli chiese se volesse essere suo amico, il leone gli rispose di no. Allora cacciò per lui una preda, affinchè lo mangiasse. Dopo essere tornato da lui, gli disse: “Se diventi mio amico ti do una cosa da mangiare”.Il leone entusiasta gli disse: ”certo, certo basta che mantieni la tua promessa”.Da allora il leone e la volpe diventarono ottimi amici, però la quest'ultimo doveva raccogliere ogni giorno del cibo per lui. Un cervo, volendo fare degli scherzi al leone, gli si pose davanti in modo che non potesse mangiarlo. La volpe allora cercò di prenderlo ma era troppo veloce. Il cervo continuò tutti i giorni a fargli dispetti.
Il leone, dopo essersi rimesso in sesto, stufo dei continui dispetti del cervo, si sdraiò sul prato ad aspettarlo. Aspettava, aspettava il tempo passava e del cervo non c’ era minima traccia. D’un tratto, però, apparve davanti a lui e gli disse: “Non riuscirai mai a prendermi”. Il leone a quel punto rispose arrabbiato: ”Ne sei proprio sicuro?”. Balzando ferocemente sul cervo il leone lo sbranò.

                                                                    FEDERICO PAOLIANI


IL LABIRINTO MAGICO
C'era una volta  un re che aveva tre figli, due erano giudiziosi, ma il terzo parlava poco, era ingenuo e veniva chiamato "Grullo". Quando il re diventò vecchio e debole, non sapeva quale dei tre figli dovesse succedergli nel regno.
Il re chiese ai tre figli di andare nel labirinto magico a prendere un calice. Questo calice si trovava proprio al centro del labirinto. "Per arrivare nel labirinto" - disse- " dovete andare fuori dalle mura della nostra città ed andare avanti per un chilometro. In seguito svoltate a destra. Dopo un giorno di cammino, arriverete finalmente a destinazione". Il giorno dopo i tre fratelli arrivarono nel labirinto e si incamminarono all'interno.
In primo piano c'erano molte siepi e due draghi grandi e possenti che sembrava volessero mangiarli in un sol boccone. Dietro c’erano tante ossa di animali e di uomo: sembravano molto recenti. Sopra la siepe, ecco sbucare delle enormi piante carnivore dai denti molto affilati. Sul fondo, si intravedevano dei cespugli che sembravano animati pronti ad afferrare i tre giovani e ad intrappolarli per sempre.
All’inizio del labirinto i due draghi facevano ciascuno due indovinelli ai tre fanciulli che dicevano:
“se a questi indovinelli risponderete,
da qui voi entrerete,
ma state attenti
ai brutti denti”.
Tutti e tre i fratelli diedero la risposta esatta al quesito del primo drago, ma gli ostacoli da superare non erano finiti. Il secondo drago, infatti, pose loro una domanda difficilissima e solo il secondo fratello e il Grullo indovinarono. Ecco quindi che il drago mangiò tutto d’un pezzo il fratello maggiore.
“Voi due avete indovinato
Ed anche me avete sorpassato,
andate al prossimo stop e fermatevi lì,
ci sarà un oggetto ad aiutarvi”.
Il Grullo, però, non aveva detto al fratello che ad aiutarlo a superare i draghi, c’era un suo amico: il folletto dall’animo buono.
Il fratello allora disse: “Grullo vai avanti tu”. Il Grullo, impaurito, chiese aiuto al folletto: “folletto, folletto! Aiutami per favore!”. Il folletto, impietosito, rispose : “ Va bene Grullo, stai tranquillo! Guarda dietro quella siepe, c’è una spada, prendila e attraversa le piante carnivore. Se queste proveranno a mangiarti, taglia loro la testa”. Fece come il folletto gli aveva consigliato: attraversò il viale e come immaginavano,  le piante volevano mangiarlo. Tagliò a tutte la testa! Il fratello, furbo come una volpe, passò  il campo delle piante carnivore senza neanc he sprecare una forza.
Andava perciò avanti spavaldo, ma si era reso conto che quelle piante avevano qualcosa che non andava: …………WOOM!!!! Una mano fuoriuscì dalla siepe e trascinò dentro il fratello in modo da non farlo più uscire. Il Grullo chiese di nuovo l’aiuto al folletto e questo, saggiamente, consigliò:  “Devi passare strisciando a terra come se fossi un soldato”. E così fece. Il Grullo, ormai senza fratelli, continuò il suo viaggio in solitudine.
Si trovò davanti una grande porta fatta di piante. Si voltò e vide che il folletto era rimasto incastrato dentro la siepe. “Ormai non posso fare più niente per lui”- pensava tra sé e sé. La porta di piante gli pose una domanda:
“se tu mi farai ridere
Ti farò passare
Attento alle rime
E non sbagliare”.
Il Grullo, sicuro di sé, pensava che sarebbe stato facile far ridere chiunque e che lui avrebbe varcato quella porta senza esitazioni. Fece, infatti, ridere la porta in un batter d’occhio e finalmente passò e prese tra le mani il calice tanto cercato. Come per magia si ritrovò al castello.
In questo modo il Grullo ottenne la corona e regnò a lungo con grande saggezza.
FEDERICO PAOLIANI


GIORNATA IN VACANZA
Il giorno 10 agosto alle ore 6 di pomeriggio io e la mia famiglia siamo partiti dal piccolo paesino che si chiama San Vito Romano. Ci siamo messi in viaggio per Civitavecchia; dopo circa due ore ci siamo fermati, verso le ore 8 a mangiare in un ristorante della località balneare. Dopo circa un’ora siamo andati a visitare Civitavecchia e poi ci siamo messi in coda per salire sulla barca da crociera: era grandissima.
Il traghetto era super equipaggiato: aveva salvagenti, scialuppe di salvataggio, sala sky, cinema, bar, negozi, palco dove si esibivano con gli spettacoli, concerti, insomma ci siamo divertiti.
Io ed in mio amico di nome Davide, andavamo in ogni luogo del traghetto persino all’ultimo piano:c’era un parco giochi per bambini ed una esposizione di una macchina nuova.
Dopo circa 5 ore di viaggio siamo sbarcati nel porto di Olbia alle ore 6.00. del mattino, abbiamo preso le nostre cose, siamo saliti sui nostri camper e siamo sbarcati mettendosi in viaggio per il nostro campeggio:l’Isuledda.
Strada facendo ci siamo fermati ad un bar a fare colazione ed ad ammirare le grandi e verdi della Sardegna. Ci siamo rimessi in viaggio e dopo cc. un’ora siamo arrivati al nostro parcheggio. Ci hanno accompagnato alla nostra piazzola dove abbiamo parcheggiato il camper.
Ci siamo subito accampati e siamo andati a fare il bagno: l’acqua era stupenda, limpida simile ad una piscina. Il campeggio era molto grande, c’erano ristoranti, bar ed anche un anfiteatro dove ogni sera facevano uno spettacolo diverso. Dopo venti giorni circa ci siamo rimessi in viaggio e dopo otto ore siamo arrivati alla nostra casa dolce casa.
E’ stata una vacanza bellissima ed entusiasmante.



MATTINA DI PRIMAVERA
Il cielo era tutto sereno, di mano in mano che il sole si alzava dietro il monte, si vedeva la luce della sommità dei monti opposti scendere come spiegandosi rapidamente, giù nei pendii. Si sentiva ancora la fresca temperatura dell’inverno appena trascorsa, che avvolgeva i Monti Simbruini e il mio paese.
Soffiava un venticello, leggero di primavera, facendo nascere le prime foglie verdi simili ad una mano. Il piccolo vento faceva danzare le foglie e  faceva sentire un gradevole fruscio, come il ronzare di una mosca intorno all’orecchio. La foglia, giovane, verde e piena di energia, sembrava appena risvegliata da un lungo sonno come quello della Bella Addormentata. Che piacevole sensazione toccare le foglie piene di rugiada, bagnandosi le mani e sentire un po di freschezza. Di tanto in tanto, si vedeva qualche fiore spuntare qua e la tra l’erba verde appena spuntata e le rose rosse appena sbocciate. Strappare l’erba e lanciarla in aria, sembravano fuochi d’artificio in capodanno.
Nelle grandi criniere degli alberi, di tanto in tanto si vedeva qualche foglia ancora secca, sembrava un quadro variopinto. Dappertutto si sentiva l’odore dell’erba fresca e ricoperta di rugiada a piccole gocce.


PROFUMO DI PASTA
                                            Tardi nella notte
                                             aperta nel freddo
                                                aprii la porta
                                          le nuvole sembravano
                                            galoppare nel cielo.

                                            Come un serpente
                                           dalla stanza oscura
                                               uscì il profumo
                                                     intenso
                                             della pasta cotta.

                                          Il profumo era visibile
                                             come se la pasta
                                                  fosse viva
                                       come se ancora cuocesse

                                        Visibile come una nuvola

                                          Visibile come la terra

                                                                                   FEDERICO PAOLIANI


BARBANERA
Barba nera è davvero un signore malandato dall’aria un po’ misteriosa.
I suoi capelli sono neri, scompigliati e molto lunghi. Ha una barba nera lunga a tal punto da arrivargli fin sotto la pancia. I suoi occhi sono neri come la pece e vispi come quelli di un aquila. Ha una bocca piccola e screpolata e dentro di essa ha dei denti grigi, tranne uno che è molto lucido e d’orato.
Lui è molto alto, robusto e aitante come un vero capitano di una nave.
Sulla nera testa un cappello da pirata. Ha una giacca vecchia e sgualcita. Sotto la giacca ha una camicia bianca. Ha dei pantaloni rovinati, marroni e sporchi. Ha una spada molto lunga e grande molto affilata. Sotto i pantaloni ha dei stivali tutti rovinati.

POVERE SORELLASTRE
C’era una volta in un regno un re e suo figlio alla ricerca della  sua  sposa.
In quel  regno abitavano anche duemila persone, tra queste in particolare una ragazza e suo  padre.
La ragazza si chiamava Cenerentola la quale  aveva perso la madre, e  il padre si risposò con un’altra donna che  aveva già altre due figlie.
Cenerentola appena vide le due sorellastre,  si girò dall’altra parte.
Le sorellastre erano molto cattive per questo le volevano fare molti dispetti. Infatti  un giorno si avvicinarono a Cenerentola per tagliarle i capelli di nascosto e la schiaffeggiarono , ma Cenerentola prese per le mani un frustino da cavallo e incominciò a frustarle. Le  prendeva a calci e le vestiva con degli stracci , le faceva dormire sulla cenere del camino e per questo le chiamò Fiammetta e Cenerina. Il principe decise di andare in ogni casa delle fanciulle del reame per trovare la sua sposa.
Dopo aver visitato quasi tutto il regno il principe andò a casa di Cenerentola. Guardò Cenerentola e disse: “si è bella ma è troppo magra e troppo alta, non avete altre figlie” e il padre rispose: “si ma non sono alla tua altezza o mio signore” “non mi importa le voglio vedere”.
Ed eccole scendere dalla scala una più bella dell’altra. “Ho scelto, scelgo lei, come si chiama?” “Fiammetta “ rispose il padre, “ma se sicuro di non voler Cenerentola?”, “si ne sono convinto”.
Da quel giorno Fiammetta visse insieme al principe nel suo castello felice e contenta.

MOMO
L aspetto di Momo era davvero insolito. Aveva i capelli ridenti sempre con l’acconciatura fresca. Aveva grandi vividi e meravigliosi occhi di un celeste di una piscina. I suoi piedi puliti, lucidi e sempre con lo smalto fresco perchè indossava dei sandali molto puliti e ordinati.
Portava sempre quei sandali perchè glieli aveva regalati la madre, a volte li cambiava ed erano di color cristallo splendente e di forma precisa. Ogni anno se ne comprava sempre un paio ma le più costose e le più belle  di tutte. Momo possedeva  tutti i vestiti senza neanche un graffio o una scalfitura , e sopra la gonna portava una nuova giacca femminile lunga e stretta.



PRINCIPAZZA
C’era una volta una principazza di nome Psaika. Lei era bionda, di statura alta. Aveva un volto molto simpatico: aveva degli occhi azzurri un po’ storti, un naso appunta e storto, ed una bocca carnosa con all’ interno dei denti bianchi e storti.
Vestiva sempre in modo strano. Sulla testa indossava un cerchietto rosso con sopra disegnate delle corna, un abito lungo, tutto strappato ed un pò bruciacchiato. Delle scarpe cosi vecchie che non lo sembravano neanche, sembravano delle ciabatte in pelle.
Andava spesso in giro per il castello a saltellare qui e la come un grillo impazzito. Molto raramente andava a fare una passeggiata per il villaggio. Prendeva le cose e le lanciava per aria. Attrezzi, armi, fiori, bastoni e persino animali. Lei era ostinata quando qualcosa gli entrava in testa niente riusciva a impedirglielo.
Un giorno mentre Spaika faceva la sua passeggiata per il regno un signore grido a gran voce :
- Chi oserà avventurarsi nel bosco ed uccidere l’orso bruno riceverà 1000 dobloni d’oro -
- IO!!!!! - urlo anch’essa a gran voce
Lei si avventurò nel bosco e da quel giorno non fece più ritorno ed il villaggio incominciò a far festa.

IL TRIONFO DEL PESCO
L’albero era stato fino a ieri nudo, nel tronco, nei rami qua e la contorti dall’ aspro battere del vento. Cosa sia accaduto stamane ripercorrendo tra i coltivi , vidi un albero e con sopra una nube rosa tutta fatta di fiori , stretti, gli uni con agli altri da formare una cosa sola. Mi appresso curioso al miracolo e vedo che nell’aria immobile ha fremiti sulla superficie continua di suoi piccoli fiori aperti. Ed io ascolto un ronzio di insetti alati che possano rapidamente da un fiore all’altro come una scimmia che salta da un ramo all’altro dell’albero. L’aria intorno alla nube è più chiara e vibra come uno strumento musicale con melodie di suoni che son diventati melodie di profumo. Ora l’albero oscilla e inizia la sua nuova fatica. La rosa nube floreale si raccoglie sempre più sotto il verde delle foglie che tende a prevalere. Tra non molto vedrete le prime pesce nascoste entro una guaina di foglie e come il sole le colori e le maturi prima su una guancia poi sull’altra e poterle anche raccoglierle come se l’albero abbassasse la mano per far raccogliere i frutti ai bambini


L'AUTUNNO
L’autunno è una stagione grigia
 come una nuvola carica di pioggia
piove, piove, piove come un diluvio universale.
Gli alberi oramai senza chioma
 aspettano soltanto che ritorni l’adorata primavera.
Gli  uccelli senza dimora migrano verso paesi caldi.
Anche gli alberi vorrebbero migrare  ma non hanno ali hanno solo rami.
Gli alberi ,i fiori, le foglie vanno  in letargo
e sperano che l’autunno e l’inverno passino  via in un lampo.



VIVA LA PACE
I bambini giocano ai militari ,
agli assassini e ai ladri
è raro che giochino alla pace
oppure che raccolgono dei fiori in un prato.
La guerra ha contagiato tutti
dai più grandi
ai più piccini.
Nero come la guerra
si vede in tutto il mondo
ma di bianco come le piume di una colomba
non se ne vede tanto.
E pace sarà, non avere fretta,
la guerra passerà come una saetta,
e ai bambini il sorriso ritornerà,
quando l’arcobaleno in cielo ricomparirà.
                                         

LA SOFFERENZA
Strappato
un pezzo di carta
accartocciata
con la speranza
che qualcuno la salvi.
La paura,
blocca ogni cosa.
 Bruciata, stropicciata, informe
è la carta
che subisce di giorno in giorno
violenze.

FIDARSI è BENE NON FIDARSI è MEGLIO
C'era una volta in una foresta tantissimi animali, ma in particolare un topo di nome Gerry e un gatto di nome Jack. I due erano uno l'opposto dell'altro. Gerry era piccolo ed aveva una vocina sottile, ma graziosa. Jack, al contrario, urlava sempre contro tutti:
"AHAHAH sono il più grande e nessuno di voi può fermare la mia malvagità".
Gerry aiutava tutti gli animali, dal più grande al più piccolo, dal più paffuto al più minuto. Li aiutava a mettere da parte le provviste per l'inverno e a pulire la loro casa. Jack, invece, infastidiva continuamente tutti gli animali: andava a casa degli altri a chiedere le provviste per l'inverno. In cambio non avrebbe recato loro nessun disturbo.
Un giorno andò a casa di una graziosa topina e le chiese del cibo. Lei gli rispose:
"Jack, caro Jack, perché non vai come tutti gli animali a cercare le provviste per l'inverno?". Lui rispose:
"Non mi va, non ne ho voglia. Voglio solo fare dispetti agli animali".
"Però tra una settimana, dovrai restutuirmi il cibo che ti ho offerto" ribatté lei.
Jack, furbo come una volpe, mangiò tutto in sol boccone.
Il giorno seguente, andò a casa di Gerry e come al solito gli porse la stessa domanda. Gerry,senza fare alcun lamento, diede all'amico il cibo richiesto dicendo però che glielo avrebbe dovuto restituite dopo una settimana. Jack in un batter d'occhio mangiò anche le provviste ricevute dal topo e, in tutta tranquillità, se ne andò felice a casa a sonnecchiare nel suo bel lettone caldo.
Gerry, puntualmente, una settimana dopo andò a casa di Jack a richiedere le provviste. Jack, senza nemmeno rispondere, sbatté la porta in faccia al povero topo. Gerry, ammiccando, pensava tra sé e sé:
"Jack è solo un bugiardo. Non gli darò più niente. Convincerò tutti gli altri animali del bosco, nessuno escluso, a non dargli nemmeno più una briciola di pane. Morirà di fame!".
Gerry si mise subito al lavoro per raccimolare tutte le provviste e lo aiutava Gigio, il suo più fedele amico.
Mentre i due lavoravano, Jack di nascosto rubava tutto il cibo. Per fortuna Gigio, che proprio in quel momento rientrava per posare delle altre provviste, vide Jack scappare dalla finestra. Non diede però importanza al furto subito,ma rimanendo sempre all'erta, ricominciò di nuovo a lavorare con Gerry.
Arrivato l'inverno, andava per tutto il bosco alla ricerca di un po' di cibo. Tutti, però, gli rispondevano di no. Allora, l'animale, allontanato da tutti, andò al riparo sotto un albero senza cibo né amici.
La favola mostra che l'amicizia è un vero tesoro. La disonestà e l'inganno portano solo alla solitudine.

Federico Paoliani
 SE NON CI FOSSE LA PACE
                                            Se non ci fosse la pace
                                          come sarebbe il mondo?
                                Sarebbe pieno di odio e di malinconia.
                                             Se non ci fosse il sole 
                                                noi cosa faremo?
                                            Vivremo al buio e al freddo
                                            e nel gelo tremeremmo!
                                            Se non ci fosse l’amore?
                                         Vera guerra allora sarebbe!
                                          E  se non ci fosse la felicità?
                                        Una vera tragedia diventerebbe!
                            Il volto di ogni bambino di lacrime si macchierebbe!
                                                Non far stare tutti tristi
                                                  i miracoli si fanno 
                                               anche quelli mai visti.
                                              Se non ci fosse il male
                                            il mondo sarebbe migliore
                                         come una mattina di primavera
                                             che rischiara ogni cuore.
                                                                               

LA LUMACA E IL GHEPARDO

C’era una volta , in una foresta una grande città dove si trovavano tanti animali , ma in particolare una lumaca che si chiamava Michelle e un ghepardo che si chiamava  Fulmine. Un giorno tutti e due felici decisero insieme di andare a scuola.
Quando entrarono in classe videro una professoressa di nome Giraffa Galizia, era molto alta , intelligente ed anche un po’ maldestra. La professoressa diede a loro un compito molto difficile da svolgere a casa . Il compito consisteva in una analisi grammaticale molto difficile.
Fulmine  lo fece in un batter d’occhio,ma tutto sbagliato. Invece Michelle lo fece molto lentamente:-”ma perché sono così lenta e arrivo sempre in ritardo? Però almeno ho una bellissima scrittura. Invece gli altri non sanno scrivere come me. Neanche la professoressa”.
La lumaca dopo molto tempo riuscì finalmente a consegnare il compito a scuola ma  vide che non c’era nessuno, perché erano le feste di natale, ma almeno nel prossimo semestre prenderà dieci. Perché sono sempre così lenta arriverò a casa per la festa della befana. Chi è veloce fa tutto in fretta ma spagliato e chi fa lentamente fa tutto bene ma in ritardo. Chi va piano va sano e lontano.
THE END