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mercoledì 27 marzo 2013


IL LABIRINTO MAGICO
C'era una volta  un re che aveva tre figli, due erano giudiziosi, ma il terzo parlava poco, era ingenuo e veniva chiamato "Grullo". Quando il re diventò vecchio e debole, non sapeva quale dei tre figli dovesse succedergli nel regno.
Il re chiese ai tre figli di andare nel labirinto magico a prendere un calice. Questo calice si trovava proprio al centro del labirinto. "Per arrivare nel labirinto" - disse- " dovete andare fuori dalle mura della nostra città ed andare avanti per un chilometro. In seguito svoltate a destra. Dopo un giorno di cammino, arriverete finalmente a destinazione". Il giorno dopo i tre fratelli arrivarono nel labirinto e si incamminarono all'interno.
In primo piano c'erano molte siepi e due draghi grandi e possenti che sembrava volessero mangiarli in un sol boccone. Dietro c’erano tante ossa di animali e di uomo: sembravano molto recenti. Sopra la siepe, ecco sbucare delle enormi piante carnivore dai denti molto affilati. Sul fondo, si intravedevano dei cespugli che sembravano animati pronti ad afferrare i tre giovani e ad intrappolarli per sempre.
All’inizio del labirinto i due draghi facevano ciascuno due indovinelli ai tre fanciulli che dicevano:
“se a questi indovinelli risponderete,
da qui voi entrerete,
ma state attenti
ai brutti denti”.
Tutti e tre i fratelli diedero la risposta esatta al quesito del primo drago, ma gli ostacoli da superare non erano finiti. Il secondo drago, infatti, pose loro una domanda difficilissima e solo il secondo fratello e il Grullo indovinarono. Ecco quindi che il drago mangiò tutto d’un pezzo il fratello maggiore.
“Voi due avete indovinato
Ed anche me avete sorpassato,
andate al prossimo stop e fermatevi lì,
ci sarà un oggetto ad aiutarvi”.
Il Grullo, però, non aveva detto al fratello che ad aiutarlo a superare i draghi, c’era un suo amico: il folletto dall’animo buono.
Il fratello allora disse: “Grullo vai avanti tu”. Il Grullo, impaurito, chiese aiuto al folletto: “folletto, folletto! Aiutami per favore!”. Il folletto, impietosito, rispose : “ Va bene Grullo, stai tranquillo! Guarda dietro quella siepe, c’è una spada, prendila e attraversa le piante carnivore. Se queste proveranno a mangiarti, taglia loro la testa”. Fece come il folletto gli aveva consigliato: attraversò il viale e come immaginavano,  le piante volevano mangiarlo. Tagliò a tutte la testa! Il fratello, furbo come una volpe, passò  il campo delle piante carnivore senza neanc he sprecare una forza.
Andava perciò avanti spavaldo, ma si era reso conto che quelle piante avevano qualcosa che non andava: …………WOOM!!!! Una mano fuoriuscì dalla siepe e trascinò dentro il fratello in modo da non farlo più uscire. Il Grullo chiese di nuovo l’aiuto al folletto e questo, saggiamente, consigliò:  “Devi passare strisciando a terra come se fossi un soldato”. E così fece. Il Grullo, ormai senza fratelli, continuò il suo viaggio in solitudine.
Si trovò davanti una grande porta fatta di piante. Si voltò e vide che il folletto era rimasto incastrato dentro la siepe. “Ormai non posso fare più niente per lui”- pensava tra sé e sé. La porta di piante gli pose una domanda:
“se tu mi farai ridere
Ti farò passare
Attento alle rime
E non sbagliare”.
Il Grullo, sicuro di sé, pensava che sarebbe stato facile far ridere chiunque e che lui avrebbe varcato quella porta senza esitazioni. Fece, infatti, ridere la porta in un batter d’occhio e finalmente passò e prese tra le mani il calice tanto cercato. Come per magia si ritrovò al castello.
In questo modo il Grullo ottenne la corona e regnò a lungo con grande saggezza.
FEDERICO PAOLIANI

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